Family UNited

Premessa

Già da diversi anni la letteratura scientifica ha posto in luce come i progetti di prevenzione efficaci, in special modo nell’ambito del target giovanile, siano quelli multicomponenti, i quali prevedono un “approccio globale” o ad “ampio spettro”. Essi mirano ad: 

  • Incrementare le abilità di decision making, ossia la capacità di scegliere autonomamente, in modo critico, senza essere spinti ad esempio dalla pressione dei pari;
  • Costruire alternative alla messa in atto di comportamenti a rischio.

Questo porta a sottolineare i fondamentali principi della pluridimensionalità e della simultaneità: un solo intervento ha bassa efficacia e lo stesso vale per una serie di interventi in sequenza. Per ottenere effettivi cambiamenti nei comportamenti occorrono azioni plurali e simultanee tali da creare un impatto forte al punto da superare le difese (Contessa 1994).

La scienza della prevenzione ha ormai alle spalle anni di ricerche ed analisi che possono dimostrare tanto gli effetti quanto le migliori strategie da realizzare. Tuttavia quest’ampia conoscenza pare aver avuto una penetrazione relativamente scarsa nel grande pubblico, nei media e fra i politici. Per esempio Greenwood (2008) ha riportato come solo il 5% circa dei minori autori di comportamenti “scorretti” abbia potuto beneficiare nella vita di programmi di prevenzione di comprovata efficacia.

I programmi multicomponenti (ossia quei programmi che prevedono la messa in atto di azioni multiple che colpiscono ed interessano differenti target), rispetto alle altre tipologie di interventi, hanno ottenuto significativi risultati in relazione alle aree di rischio ed ai fattori di protezione su cui sono riusciti ad intervenire (Derzon et al. 1999).

Per questi motivi, all’interno di un progetto multisetting creato per le realtà di Parma e Trento, ma con la possibilità di essere diffuso ovunque sul territorio nazionale, abbiamo cercato ed ottenuto il supporto dell’ONU, ed in particolare dell’UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime) per portare sul territorio un progetto dedicato alle competenze familiari ed, in particolare, genitoriali.

Tali programmi, sostengono e rafforzano il funzionamento familiare e, in base alle evidenze, sono efficaci nel prevenire varie situazioni di disagio come le dipendenze da sostanza e comportamentali e una grande costellazione di comportamenti a rischio (bullismo, ritiro sociale, autolesionismo, ecc.). Ciò perché si tratta di progettualità che agiscono prima che la sintomatologia del malessere esploda, garantendo efficaci “anticorpi” per la stessa.

UNODC ha supportato l’implementazione e la valutazione RCT di tali programmi in oltre 30 Paesi rispondendo alla necessità di un progetto universalistico e aperto, da poter impiegare soprattutto nei Paesi a basso reddito. Per quanto concerne le prove di efficacia, nelle esperienze internazionali Family UNited ha dimostrato un effetto significativo sulle positive azioni genitoriali e sull’adattamento proattivo dell’intera famiglia, come valutato attraverso PAFAS. Si è documentato inoltre un effetto significativo sulla salute mentale dei bambini partecipanti attraverso la sottoscala SDQ. Gli effetti sono stati considerati duraturi anche 6 settimane dopo l’intervento. Il programma ha, inoltre, avuto un effetto significativo sulla resilienza dei bambini valutati attraverso il CYRM-R. Attualmente il programma risulta evidence informed.

Tornando alla realtà nazionale, abbiamo dunque adattato Family UNited al contesto italiano: tutti i materiali sono stati tradotti e contestualizzati culturalmente, sempre con il supporto di UNODC. Nei territori di Parma e Trento si occuperanno del monitoraggio e della valutazione del programma le Università locali che hanno accettato di partecipare al progetto multicomponente nel suo complesso.

La filosofia di Family UNited

Family UNited nasce allo scopo di aiutare i genitori nel loro complesso compito quotidiano affrontando le sfide che si presentano comunemente ai genitori e ai figli. Spesso l’ambiente circostante rende difficile per i genitori prendersi cura dei propri figli come vorrebbero, per questo Family UNited offre loro la possibilità di imparare delle tecniche in grado di guidare le interazioni e promuovere lo sviluppo dei figli e anche il proprio benessere.

  • I principi sui quali il programma si fonda sono così sintetizzabili:
  • Ogni famiglia ha dei punti di forza e delle competenze che ha sviluppato durante il percorso di vita insieme
  • Quando la famiglia si riunisce diventa più forte e in grado di fronteggiare i problemi
  • Anche nei momenti difficili i tutori/genitori cercano di fare del loro meglio per amare e prendersi cura dei propri figli. L’amore e la cura per i figli possono assumere forme diverse per ogni genitore
  • Le famiglie diventano più forti quando sanno condividere sia i momenti positivi che quelli negativi
  • Family UNited propone dei modi per prendersi cura dei propri figli in maniera più semplice ed efficace
  • Family UNited fornisce a bambini e ragazzi strumenti per aiutarli a diventare più forti e responsabili
  • Ogni famiglia sa cosa può essere più efficace nella propria situazione ma a volte è restia a tentare nuovi approcci. Family UNited è un valido aiuto

Come funziona il programma

Family UNited è un programma interattivo che si basa principalmente sui facilitatori (trainers). Durante ciascun incontro, i genitori e i figli hanno l’opportunità di mettere in pratica le competenze che sono oggetto di apprendimento. Tutori e figli partecipano in gruppo agli “Incontri per il tutore” o agli “Incontri per il bambino/ragazzo”, e si riuniscono successivamente negli “Incontri per la famiglia” per mettere in pratica quanto hanno imparato.

  • Nel corso degli Incontri per il tutore, i genitori imparano a comprendere il comportamento dei figli e come l’attenzione del genitore possa influenzare l’atteggiamento dei figli. Inoltre, imparano delle tecniche per rendere più probabile il verificarsi di un comportamento positivo specifico. Si esercitano a comunicare con i propri figli in maniera sana e disposta all’ascolto. Ai genitori viene anche insegnato come far sentire amati i propri figli e, allo stesso tempo, come imporre loro dei limiti che li proteggano e li facciano sentire al sicuro.
  • Nel corso degli Incontri per il bambino/ragazzo, i figli imparano a gestire lo stress attraverso metodi adeguati e l’importanza di condividere i propri sentimenti con degli adulti di cui ci si fida. Riflettono sulle responsabilità dei loro tutori e discutono sulle qualità positive che vogliono sviluppare e mettere in pratica da adulti. Inoltre, i bambini o ragazzi imparano, con la teoria e la pratica, a gestire le situazioni di condizionamento del gruppo, aumentando così la probabilità di rimanere sani e al sicuro.
  • Nel corso degli Incontri per la famiglia, i tutori e i loro bambini si riuniscono per esercitarsi nella pratica di una comunicazione positiva e rispettosa. Insieme, partecipano a giochi e attività che incoraggiano una relazione positiva e rafforzano la fiducia reciproca. I figli trascorrono del tempo da soli con i propri genitori e, allo stesso tempo, possono riflettere sulle qualità e sui punti di forza che condividono come famiglia e su quello che possono fare, insieme, per valorizzare al meglio la famiglia.

Family UNited è stato ideato per bambini di età compresa tra gli 8 e i 12 anni, tuttavia esso può essere idoneo anche per giovani al di sopra di questa fascia d’età (fino a 15 anni). Per decidere quali età includere, è opportuno tenere in considerazione fattori quali la maturità e le norme culturali dei bambini e ragazzi cui ci si rivolge.

Bibliografia

Contessa G. (1994), Prevenzione. Teoria e modelli di psicosociologia e psicologia di comunità, Città Studi, Milano.

Derzon et al. (1999), “An empirical review of school-based programs to reduce violence”, in Atti del Convegno “Annual Meeting of the American Society of Criminology” (Toronto, Ontario 1999).

Greenwood P. (2008), “Prevention and intervention programs for juvenile offenders: The benefits of evidence-based practice”, in The Future of Children, 18, pp. 11-36.

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